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Garden Club

Le foto di Primo Zambrini indietro

Videoproiezione di PRIMO ZAMBRINI -  Casa Matha  9 ottobre 2013

"I giardini del ravennate"  Realizzazioni di sogni con passione,impegno e sensibilità artistica.

Questo incontro ha posto al centro dell’attenzione quei numerosi, bellissimi giardini privati del ravennate che meritano di essere conosciuti e ammirati dalla cittadinanza.
Sono stati presentati tre esempi di “artisti giardinieri”, che con grande sensibilità e passione hanno saputo creare luoghi fiabeschi pieni di poesia:
• Il giardino romantico di Elio Minguzzi a Villanova di Bagnacavallo
• I fiori lussureggianti (iris in particolare) del giardino di Giuliano Rambaldi a Classe
• Le cinquecento piante del “Rifugio della Rosa” di Gianna Zini a Villa Pianta

Il nostro socio Elio Minguzzi ci ha dedicato una presentazione scritta da lui e che ci ha letto prima dell'inizio della proiezione:
"Se oggi siamo qui a vedere questa proiezione lo dobbiamo sia al signor Zambrini Primo che con la sua maestria nella fotografia ha realizzato per pura passione questo servizio sui giardini, sia alle attiviste del Garden Club, instancabili organizzatrici di eventi, gite, conferenze e soprattutto di quei ritrovi conviviali che oltre al piacere di stare insieme allegramente “as gudè la faza a magnè tot cla roba cu iè parchè volta e prela seza quel as truvaresum in mec sicur”.
Poi Elio ci parla dell suo giardino partendo da una breve introduzione storica:
"Alla fine del 1700 si imposero i giardini cosiddetti all’inglese con forme libere naturali con annesse antiche o finte rovine, e subito dopo il giardino romantico per allinearsi al movimento del romanticismo comprendente anche arte, musica e letteratura che imperò per tutto l’ottocento.
Personalmente è lo stile che ho scelto e che più si addice al mio carattere; il mio è un giardino creato per suggerire emozioni.
Per godere di un giardino non c’è bisogno di essere grandi giardinisti come Andrè le Notre che creò quelli di Versailles oppure Russel Page, anche chi ha poco posto e pochi soldi può creare il suo angolo fiorito nelle terrazze, nei balconi o nei vasi appesi alle finestre. Questa voglia di piante ha contagiato quasi tutti e mi ricordo, quando ero bambino, che le donne di campagna avevano piante grasse addirittura nei vasi da notte, in catini rotti e in vecchie zuppiere. Per tutti è un modo per rilassarsi e occupare la mente con creatività. Molti artisti della pittura, della moda e del cinema si sono creati un giardino come completamento della loro arte. Per concludere diciamo che giardino è bello, che tutta la vegetazione è bella, compresa quella delle nostre bellissime campagne di cui io sono fortemente innamorato al punto di aver scritto un inno in loro onore.
Inoltre volevo precisare una cosa e cioè che il mio giardino è stato utile perché mi ha permesso di conoscere persone meravigliose come voi. Ci sono persone che in primavera vengono a trovarmi anche tre o quattro volte. Tre donne di Voltana mi portano sempre visitatori nuovi e mi hanno dedicato un elogio su pergamena.
Io per riconoscenza ho inviato loro il CD con le foto del giardino e una breve zirudella di ringraziamento.
A Giuseppina, Rosanna e Alves
TRE DON
L avnù a truvem tre don in te zardè
agliè dna simpateia tot tre insè
ui pies i fiur, al piet e neca al puisei
aglià un sentiment cuns trova ad mei
al ma purtè amighi come lo
am fa di complimet a profusiò
al ma nec scret un foi pergamenè
cun tot stal don atoran um fa pinsè
davè truve dal fans a vuluntè
an avreb che i su om i sla ciapes cun me
parchè aiò da di che ai voi bè a tot tre.
"
 

Il Giardino Incantato di Elio

 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Elio Minguzzi ci guida alla scoperta della sua creatura, realizzata un passo alla volta. “Quando ci entro, vivo i ricordi d’infanzia”: il giardino di Elio è nato così, ascoltando semplicemente il battito del cuore e inseguendo un desiderio. Visualizzando giorno dopo giorno un arco di rose, una seduta, un muretto, un piccolo ninfeo, una fontana, un sentiero fra le frasche, così da creare un giardino intimo, ma al tempo stesso accogliente e ospitale.
L’ispirazione, conferma Elio, è fiabesca. Mentre lavoravo al giardino, mi chiedevo cosa mi aspettassi da lui. La risposta sorgeva spontanea: voglio entrare nel giardino come entrerei in una favola, inebriato e riposato, cullato dai profumi delle piante e con il solo rumore del cinguettio degli uccellini, dimenticando gli affanni e le tensioni del mondo esterno. Voglio vivere i ricordi d’infanzia, di quando ero bambino, riassaporare quelle emozioni. Una volta dalle mie parti si diceva fra ragazzi “andè a zugher in te cacier”, cioè “andare a giocare nel boschetto di acacie” . Per questo ho piantato querce ed acacie, gli alberi del giardino dei miei nonni, per ricreare l’atmosfera di un tempo.

 

Il giardino degli iris di Giuliano Rambaldi

 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Area di circa 3000 mq in cui sono stati messi a dimora alcuni alberi ad alto fusto nei primi anni '70. Giuliano inizia con un orto e un frutteto, alcuni anni dopo scopre la passione per le piante e i fiori, passione condivisa dalla cara moglie Edda. Insieme iniziano a piantare rose prese dall’Olanda (catalogo Bakker, una di queste color crema era la rosa preferita dalla padrona di casa, non sappiamo il nome perché non c’è più il cartellino), alcune rose provengono da talee fatte da piante scelte nei giardini di amici e conoscenti o ritrovate in aree abbandonate. Dieci anni fa circa la conoscenza e quindi la profonda amicizia che lo lega al famoso ibridatore di rose, il romagnolo Giulio Pantoli. Il giardino ospita diverse rose di Pantoli, di cui tre “Bella Ciao”, la rosa dedicata ai partigiani della Resistenza. Ora il giardino è ricco anche di bulbose, tulipani, scille peruviane, gigli, hemerocallys, ma soprattutto iris, di cui ha una ricca e variegata collezione frutto di appassionate ricerche in Italia e all’estero. Il giardino è dedicato a Edda, il cui ricordo è sempre vivissimo nel cuore del marito. Anche questo giardino è poesia e il tempo sembra fermarsi quando si ammirano le fioriture e i vari scorci, accompagnati da quella persona speciale che è Giuliano.

Era presente Giulio Pantoli, il famoso ibridatore di rose, le cosiddette “rose romagnole”

 
Pauly Brunelli
 
 
Bella Ciao
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"Rifugio della rosa” il giardino di Gianna e Dino

 

 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il  roseto nasce circa 20 anni fa, con le prime 50 talee di ibridi di Tè, messe a dimora verso la Statale Adriatica, per proteggere il giardino dalla strada e cingerlo di colori e profumi. Oggi 48 di queste esistono ancora!
Questa era la loro seconda casa, ci andavano per visitare i genitori di Dino. Dopo il primo impianto hanno ampliato il giardino “rubando” un pezzo di terra alla volta e hanno aggiunto rose prese da amici, vicini e vivai. Da una visita al roseto di Persolino nasce la passione per le rose antiche, assai romantiche e suggestive. Oggi le piante di rose sono 500 e occupano la maggior parte del giardino.
C’è una rosa fra queste che Gianna ha ritrovato lungo l’argine del canale a fianco della sua abitazione, durante una passeggiata con Dino alcuni anni fa. Incuriositi da questo cespuglio di 20 mq cresciuto in un punto anomalo vicino all’acqua, ne presero una pianta e la trapiantarono nel loro giardino. Parlando con i vicini più anziani scoprirono l’origine drammatica di quella singolare collocazione: nell’anno 1912, lungo il canale un giovane del luogo uccise la sua ex fidanzata Laura e poi rivolse l’arma contro di sé. Gianna ha chiamato 'Laura' la rosa ritrovata e quest’anno per la prima volta, dopo opportune ricerche, ha potuto portare un mazzo di queste rose sulla tomba della giovane al cimitero di Lavezzola.

 


Le videoproiezioni di Primo Zambrini, che ha saputo ben interpretare l’ispirazione e la realizzazione di quello che possiamo chiamare un sogno, hanno reso evidente il fascino di questi luoghi.
Gli interventi di Elio, Giuliano e Gianna ci hanno fatto capire come sia importante credere nella bellezza dei nostri sogni.
 

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