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'Primati' artistici al femminile - NILLA ONOFRI indietro


‘PRIMATI’ ARTISTICI AL FEMMINILE
Le “pittore”, le “scultore” e l’“architettrice”
che hanno attraversato i secoli dell’arte occidentale


Prima pittrice
Prima scultrice
La ‘travestita’
La prima firma
L’Architettrice
Prima insegnante dell’Accademia di S. Luca
L’esploratrice botanica
L’Anatomista
La prima scultrice di colore

        

La prima pittrice                           Caterina de Virgi              Bologna             1416-1463

La prima ‘scultora’                        Propezia de Rossi           Bologna             1490-1530

La prima ‘travestita’                      Marietta Robusti              Venezia              1554-1590

La prima ‘firma’                             Fede Galizia                    Milano                1578? – 1630

La prima ‘architettrice’                  Plautilla Briccia                Roma                 1616 – 1704

La prima insegnante di                 Elisabetta Sirani              Bologna              1638 - 1665
Accademia (“S.Luca”)

La prima ‘esploratrice’                  Maria Sybilla Merian   Francoforte-Amsterdam   1647 – 1717

La prima ‘anatomista’                   Anna Morandi Manzolini Bologna                1714-1774

La prima scultrice di colore          Edmonia Lewis               New York-Londra 1844 - 1907

 

Conferenza:     Primati artistici al femminile


Introduzione
In una società che per secoli è stata ordinata, organizzata e tenuta da uomini (intesi come maschi), in cui la donna è stata percepita come una componente, sì indispensabile, ma da mantenere in secondo piano, è chiaro che per certe attività considerate prettamente maschili, le donne vengano messe in difficoltà, se non proprio precluse, da un pubblico educato a considerarle non adatte al compito stesso.

Ebbene, nonostante ciò, le donne che affrontarono la ‘competizione’, nonché il confronto maschile in campo culturale e artistico non furono poche e tutte sono da considerarsi donne coraggiose perché dovettero affrontare situazioni, pregiudizi, pagando in prima persona il loro successo a caro prezzo.

Se anche raggiunsero gli obiettivi che si erano proposte, o addirittura il successo, poi, appena fu possibile, furono messe nel dimenticatoio proprio perché donne, al di là del valore delle loro attività e dei risultati raggiunti.

Anche per questo a noi sono giunti oggi, tutto sommato, pochi nomi; però molte furono le donne che affrontarono questo percorso difficile, in controcorrente, e molte le andiamo scoprendo e valorizzando solo ultimamente.

Questa ‘comunicazione’ vuole essere un modo per recuperare alcune delle donne così spesso dimenticate, scegliendole fra un campionario vario e non limitato - come forse si è portati a pensare -, semmai seguendo un criterio un po’ particolare, - quello dei PRIMATI - che però permette di cogliere le infinite sfumature degli interessi e dei coinvolgimenti che hanno attirato tante figure femminili.

L’arco di tempo in cui si muovono le artiste scelte è quello che va dal XV al XIX secolo: dalla prima pittrice di cui si ha notizia-Caterina de Vigri-, alla Lewis, scultrice di colore, morta nel 1907. Con il XX secolo le cose per le donne in fondo cambiano, in quanto il loro lavoro diventa, almeno in parte, più agevolmente accettato da parte della società che è in evoluzione.

Infine vorrei evidenziare come le origini (luogo, tempo, ceto…) delle varie artiste abbiano fatto nascere in loro la necessità di esprimersi anche attraverso un’attività artistico-culturale, solitamente privilegio del mondo maschile. Infatti incontreremo donne nate e cresciute, quindi educate, in famiglie nobili o facoltose, comunque sensibili e a contatto con l’attività culturale, ma più spesso, esse erano figlie d’arte, cioè nate e cresciute in un ambiente in cui l’arte, con tutte le sue tecniche complesse, difficili, affascinanti, costituiva il quotidiano, e sviluppava così un rapporto naturale non solo con il fare artistico, ma con il pensiero e i personaggi che in esso gravitavano.

Come al solito, inserendole nel loro contesto storico, si vuole sottolineare il modo con cui queste artiste sono state espressione del proprio tempo o addirittura anticipatrici dei tempi a venire. Sicuramente però la loro innovazione primaria sta, non tanto per le nuove risoluzioni artistico- culturali (semmai anche in quelle), ma soprattutto per aver portato avanti le loro idee e il loro bisogno di affermarsi come persone capaci di pensare, progettare e realizzare, obbedendo così a quello che è un valore prioritario dell’uomo (in senso lato).

NILLA ONOFRI

 

Presentazione di LAURA MONTANARI

 

 

 

 

 

 


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