Vicenza, la città del Palladio indietro
Vicenza, la città del Palladio
In una tiepida giornata di autunno, dopo aver attraversato vaste campagne arate, rallegrate dalle gialle betulle che affiancano i corsi d’acqua e punteggiate qua e là dal rosso degli aceri, davanti a noi si presenta il profilo tondeggiante delle colline venete, dietro le quali si intravedono montagne innevate.
Arriviamo a Vicenza: una bella cittadina, a misura d’uomo, dove molto ha operato Andrea Palladio. La prima visita è alla Basilica Palladiana, restituita al pubblico dopo 5 anni di restauro: un palazzo unico nel suo genere, con il grande doppio loggiato marmoreo che si affaccia sulla Piazza dei Signori e con il tetto a carena di nave rovesciata, distrutto dai bombardamenti dell’ultima guerra, ma subito ricostruito dai laboriosi vicentini.
All’interno della Basilica è allestita una mostra davvero eccezionale: un viaggio attraverso l’arte, nel tempo, da Raffaello verso Picasso. La mostra si sviluppa in quattro sezioni: il Sentimento Religioso; la Nobiltà del Ritratto; il Ritratto Quotidiano; il Novecento (lo sguardo inquieto). Sono esposti capolavori bellissimi provenienti da tutto il mondo: dal delizioso e piccolissimo Beato Angelico alle grandi pale d’altare; dai sontuosi ritratti di Rubens e Rembrandt ai Renoir, Modigliani, Matisse e tanti altri.
Ancora emozionati dalla mostra, ci avviamo, accompagnati dalla nostra guida Vally, a visitare un altro monumento palladiano unico al mondo: il Teatro Olimpico, un piccolo teatro classico coperto con una scenografia unica: una prospettiva profonda appena dodici metri che all’occhio sembra molto più lunga, dove sono rappresentate le sette strade di Tebe e che fu allestita per la prima rappresentazione nel 1585 con Edipo re. La scenografia era tanto bella che è rimasta fino a oggi.
Dopo una breve pausa pranzo, Vally ci accompagna di nuovo alla Piazza dei Signori per descriverci gli altri palazzi che la circondano e il monumento al Palladio.
Di nuovo saliamo sul pullman per vedere dall’esterno la famosa villa “La Rotonda” una delle tante che Palladio progettò nel Veneto. La Rotonda fu costruita per un canonico come sua residenza. Le altre invece, servivano ai proprietari veneziani per controllare i loro possedimenti terrieri dopo che Venezia, con la scoperta dell’America aveva perso il suo predominio marittimo e si era rivolta alla terraferma.
Durante la passeggiata, Vally ci accompagna alla villa detta “dei nani”, perché sul muro di cinta sono poste statue di nani. Narra la leggenda che una figlia del Signore fosse piccola e deforme e che il padre, per non farla soffrire, la facesse circondare da persone di servizio e statue simili a lei.
Soddisfatti per aver ammirato tanti e tali capolavori, torniamo nella nostra Ravenna in perfetto orario.