Gita a Campotto indietro
L'8 ottobre, una bella e tiepida giornata di autunno, siamo andati ad Argenta (FE), per visitare il Museo delle Valli e il Museo della Bonifica. Nella mattinata, accompagnati da Sergio Stignani e utilizzando un Ecobus, ci siamo inoltrati nella Valle di Campotto che presenta diverse tipologie di territorio a seconda della profondità dell'acqua: bosco igrofilo, prato umido, canneti, larghe distese d'acqua ricoperte di ninfee.
Durante le frequenti fermate, abbiamo osservato vari tipi di uccelli: aironi, garzette, cormorani, picchi, cigni e un martin pescatore richiamato da Sergio con il telefonino. La valle è un paesaggio piatto e rilassante, circondato da argini spesso alberati.
Successivamente, al Museo delle Valli, Francesca ci ha illustrato, con l'aiuto di modellini, cartine e video, il duplice scopo delle valli che sono prima di tutto bacini di espansione, nel caso l'idrovora di Saiarino non riesca a immettere nel Reno le acque che scolano la zona a Sud di Bologna. Poi, essendosi rinaturalizzate, sono diventate oasi protette per la flora e la fauna delle zone umide, le più ricche di biodiversità.
Dopo il pranzo, ci siamo recati all'impianto idrovoro di Saiarino che è contemporaneamente un esempio di archeologia industriale e un impianto tutt'ora in piena attività. Progettato dall'ingegner Pietro Pasini e costruito negli anni dal 1914 al 1925, è una bella testimonianza dell'operosità dell'uomo, che con badili e carriole, ha trasformato un terreno paludoso e malsano in fertile terreno agricolo, salvaguardando le terre circostanti dai frequenti allagamenti. L'impianto è costituito da 6 enormi motori elettrici che sollevano l'acqua e la gettano nel Reno. L'idrovora è all'interno di una palazzina in stile Liberty con pareti ornate da marmi, decorazioni e lampade in ferro battuto. Nell'eventualità che non fosse possibile utilizzare la corrente elettrica di rete, l'impianto è dotato di un gruppo elettrogeno in grado di far funzionare comunque i motori. Una volta le turbine che producevano energia erano alimentate da olio pesante che veniva bruciato in grandissime caldaie.
L'accompagnatore, Sergio Stignani, che è anche un bravissimo fotografo naturalista, è un'ottima guida, sia in mezzo alla natura, sia in mezzo alle macchine.
La visita è stata molto interessante e piacevole, sia dal punto di vista naturalistico, sia da quello tecnologico.