La rosa di Valentino indietro
Venerdì 24 ottobre 2014
La collaborazione con Angela Corelli e Sabina Ghinassi (responsabili coordinamento artistico Verde Ravenna 2014) oltre alla realizzazione della video-proiezione a Palazzo Rasponi "The garden inside", ha avuto un seguito con la presentazione del docu-film del regista Per Paolo Giarolo,
Il giardino Garlant Fabiani ad Artegna (UD) è famoso per le 1600 e più rose antiche e la sua storia viene documentata attraverso la condivisione del lavoro di una vita dei due friulani protagonisti.
Il film rappresenta un esempio altamente poetico di come nella vita di coppia sia possibile "ritrovarsi ad ogni successivo maggio nel trionfo della fioritura".
Il giardino diventa quindi la metafora di un percorso d'amore e di crescita.
Per descrivere questo filmato riportiamo un bell'articolo di Fabiana Dallavalle pubblicato sul quotidiano locale MESSAGGERO Veneto il 7 febbraio 2013.
"Quella coppia nel roseto di Artegna simbolo d'amore
La storia del roseto di Artegna, uno dei più grandi d'Europa diventata un "documentario di creazione" per la televisione, solo in Francia è già stato vista da 500mila persone, sarà proiettata eccezionalmente giovedì 14 febbraio alle 20.00 e alle 21.30, sul grande schermo del Visionario in occasione del lancio del Dvd. La rosa di Valentino, questo è il titolo del "docu" del regista Pier Paolo Giarolo, che ha come protagonisti due friulani, Eleonora Garlant e Valentino Fabiani, è andato in onda la scorsa estate sul canale franco-tedesco ARTE/ZDF e presentato recentemente al Trieste Film Festival nella sezione "Zone di Cinema". In un genere in cui manca il copione, non ci sono attori professionisti e la storia narrata è costruita come una coreografia di danza contemporanea, per "frame" e improvvisazioni, l'idea deve essere originale e potente, a spiegarlo lo stesso regista: Prima di cominciare mi sono chiesto se volevo fare un documentario sulle rose o su chi le coltiva. Se avrei raccontato l'amor sacro o quello profano e come potessero esistere il fiore senza la mano che ne disegna il portamento o viceversa come una mano potesse avvicinarsi a una rosa senza aver provato il tradimento della spina. Mesi di lavoro silenzioso accompagnati dalle stagioni, in un roseto che sta fra la ferrovia e l'autostrada, in Friuli, terra conosciuta per la gente che alle parole preferisce il lavoro. Protagonisti "due giovanotti" di oramai settant'anni, che tutte le mattine entrano nel roseto, ognuno con le proprie cose da fare, il proprio compito. Si parlano solo per il bisogno di qualche consiglio, un suggerimento, un parere rispettando una sorta di distanza di sicurezza, ognuno circondato dal proprio spazio vitale, come fossero anche loro piante di quel giardino. Erica Barbiani, produttrice del film, per il quale ha vinto nel 2012, il Premio Rotary Obiettivo Europa, ha realizzato La rosa di Valentino con il contribuito del Fondo Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia e del fondo europeo allo sviluppo Media, in collaborazione con la Rai-Sede Regionale del Friuli Venezia Giulia, il canale franco tedesco ARTE/ZDF, quello finlandese YLE , spiega: Tutto parte da un dono. Quando Valentino chiede a sua moglie Eleonora cosa desidera per i trent'anni di matrimonio, lei suggerisce una pianta di rose. Valentino gliene regala trenta. La rosa non è solo uno schiudersi di petali, ma anche spine, boccioli, bacche. Nel documentario, tutto girato dentro quel microcosmo che è il giardino, non c'è solo la fioritura a maggio, con i pullman che arrivano da tutta Europa e i visitatori che sembrano sciami di api, non c'è solo l'esplosione di colori e profumi o l'arrogante bellezza di un ramo fiorito che si arrampica su un albero. C'è anche un amore quotidiano fatto di fatica e di piccoli piaceri condivisi e soprattutto ci sono le voci, oltre che dei protagonisti delle quattro parti della rosa: spine, boccioli, fiori e bacche che raccontano quattro tipi d'amore. Il primo mistico e sacro delle spine in inverno. Il secondo giovanile e travolgente dei boccioli in primavera, il terzo passionale e breve della fioritura estiva, il quarto razionale e saggio delle bacche in autunno. Se Valentino mi avesse regalato trenta rose, ma dello stesso tipo, non mi sarei innamorata delle rose antiche... Ho 1600 piante e 1400 varietà. Ora sto recuperando da cimiteri e giardini friulani 154 rose "trovatelle" molto antiche, conclude Eleonora Garlant. C'è poi un quinto tipo d'amore nel documentario. I due giardinieri Valentino e Eleonora apparentemente silenziosi e riservati, innamorati di un amore essenziale, fanno capire come la condivisione del lavoro e del quotidiano sia forse l'unica via possibile per ritrovarsi a ogni successivo maggio nel trionfo della fioritura.
Fabiana Dallavalle"
La nostra proiezione alla sala "Don Minzoni" con la presentazione di Angela Corelli:
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