Mostra a Treviso e Abbazia di Praglia indietro
GITA A TREVISO per la mostra "Storie dell'Impressionismo" e all'Abbazia di Praglia
Testo di CARLA CONTESSI 22 febbraio 2017
Dopo aver visitato la bella mostra ”Storie dell’Impressionismo”, allestita a Treviso e aver ammirato i capolavori di Monet, Renoir, Van Gogh, Gauguin, e tanti altri, ci siamo recati a Teolo (PD) dove, ai piedi dei colli Euganei c’è un grande monastero benedettino di Santa Maria Assunta di Praglia.
Ci fa da guida un monaco simpatico e spiritoso.
Fino al 1080 qui esisteva un castello, poi nell’undicesimo secolo arrivarono i monaci e costruirono l’abbazia. All’epoca dei vescovi conti ci fu un periodo di decadenza poi, con la riforma del 1408, venne ripristinata la regola e il monastero ospitò fino a 200 monaci; oggi sono una quarantina.
Nel 1448 venne costruito il nuovo monastero: il piano superiore per la preghiera, quello inferiore per il lavoro. L’attuale complesso si articola in 4 chiostri. La chiesa, fu costruita nel 1550 dall’architetto Tullio Lombardo e decorata da discepoli del Veronese.
Con il concilio di Trento, furono spostati dietro l’altare i cori lignei intagliati ricchi di motti e simbologie. L’abside è al centro di un semicircolo da cui si dirama tutta l’abbazia.
I monaci vi si radunano 7 volte al giorno per pregare: ore 5.15 vigilia, ore 7 lodi e lectio divina, Santa Messa, 9.15 lavoro, 12.30 (ora sesta) , pranzo, lavoro pomeridiano, 18 vespri, 19.30 cena, 20.30 compieta.
Passiamo nella sala del capitolo (chi ha voce in capitolo parla) dove i monaci si confrontano e discutono le decisioni da prendere: qui si ammettono i novizi. Sul pavimento sono visibili le tombe dei monaci che qui, fino alla riforma napoleonica venivano sepolti con calce viva.
Ora vengono portati al cimitero, ma qui tornano le loro ossa.
Sulla parete di fondo una grande Deposizione.
Dal chiostro pensile, si vedono la torre medioevale, unico resto dell’antico castello, la biblioteca e il refettorio. Al centro campeggia un grande pozzo che però non ha acqua: sotto c’era una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana. Ora c’è la cantina.
Entriamo nell’antico refettorio sulla cui porta c’è lo stemma di Praglia (tre colli sormontati da una stella a sette punte che simboleggia Maria). Di fianco all’ingresso due grandi lavabi di pietra d’Istria bianca con intarsi neri di piombo. Sulla parete in fondo una grande Crocifissione, sulle pareti laterali grandi quadri con scene dell’Antico e del Nuovo Testamento.
I monaci svolgono varie attività. Un tempo l’abbazia possedeva 20000 ettari di terreno ora dispone di 10 ettari coltivati a vigna, hanno 400 arnie, degli ulivi, un orto dove coltivano anche erbe officinali per la loro erboristeria e restaurano libri (hanno effettuato cinquecentomila interventi).
Su di un chiostro doppio si aprono le celle dei novizi.
Tutto il monastero è abbellito esternamente da un cornicione in cotto lungo 2 Kilometri.
In quello che una volta era il chiostro botanico, ora c’è un giardino all’italiana: vi si affacciano archi rinascimentali e finestre gotiche. Infine il chiostro rustico che un tempo era riservato alle attività agricole.
La visita molto interessante, si conclude al negozio di erboristeria e oggetti sacri.
ABBAZIA DI PRAGLIA
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