N.ONOFRI- l arte dei giardini occidentali dal Medioevo ad oggi-seconda parte indietro
Conferenza del 23 gennaio 2019 Sala "Don Minzoni" Seminario Arcivescovile
NILLA ONOFRI
“IL GIARDINO E IL GIARDINO STORICO. VILLA D’ESTE: UN GIARDINO ITALIANO”
II PARTE (Prima parte: vedi Iniziative Garden 2018 - 21 novembre)
La trasposizione dei modelli formali in Francia (per merito di Carlo VIII, Enrico IV, Caterina de’ Medici …), la più potente e avanzata nazione europea dell’epoca, eleva ad un ulteriore livello il significato simbolico della creazione dei giardini, che verrà considerata attività al servizio della politica del regno. Il passaggio al giardino ‘alla francese’ avverrà gradualmente: esso sarà compiuto con la realizzazione della tenuta di Vaux le Vicomte di Nicolas Fouquet. L’inaugurazione avviene nel 1661; l’invitato d’onore è Re Luigi IVX che, colta la magnificenza e spettacolarità fastosa della realizzazione, la interpreta come un attentato alla sua dignità di sovrano e, immediatamente, reagisce con l’arresto del Ministro Fouquet e il progetto –seguito dall’istantanea realizzazione- della reggia di Versailles. Realizzata dagli stessi artisti, giardinieri, maestranze e operai ingaggiati da Fouquet, con la diretta partecipazione del Re Sole, sul modello di Vaux Le Vicomte, diviene il giardino ’alla francese’ per antonomasia. Caratteristica sarà la presentazione teatrale, scenografica - propria del gusto barocco- proposta in scala inusitata, utilizzando elementi tratti dal giardino all’italiana: la struttura razionale e le forme geometriche, l’utilizzo di vari livelli del terreno, la presenza di acque convogliate in vasche, bacini, fontane e canali, il gioco di vastissimi spazi aperti in contrapposizione a angoli racchiusi dal verde dei boschetti in cui scoprire luoghi stupefacenti, sono gli ‘ingredienti –base’ di questa fantasmagorica e infinita rappresentazione teatrale.
Di lì a poco (primi decenni del XVIII secolo) in Inghilterra inizierà a svilupparsi un sentimento nuovo nei confronti dei giardini che, fin dal medioevo avevano espresso l’interesse e l’amore particolare che il popolo anglosassone da sempre ha avuto nei confronti della natura. Il giardino all’inglese, ben rappresentato dal Parco di Stowe di Sir Richard Temple (poi Lord Cobham), destrutturalizza la forma geometrica di quello all’italiana e alla francese- ben conosciuti perché anch’essi modelli dei precedenti giardini inglesi - per raggiungere un effetto assolutamente naturale e libero. Ad ampi spazi verdeggianti a prato, attraversati da rii, con cascatelle e allargati in laghetti, si contrappongono interventi artificiali (tempietti, ponti, monumenti commemorativi, ecc.) inseriti in quel verde in cui l’intervento dell’uomo non è visibile, tanto naturale appare l’ambiente del parco. Questi giardini, pur nella loro apparente conformazione naturale, in cui non c’è una differenzazione dalla ‘vera’ natura circostante ai parchi (effetto ottenuto con l’abbattimento dei confini evidenziati – fin dal mondo medioevale -da steccati , separazioni ora ottenute con gli ‘ha-ha’ -fossati asciutti-), sollecitano messaggi emotivi ottenuti con l’inserimento nel verde delle testimonianze artificiali culturali (il classicismo o comunque le forme del passato dell’arte, della poesia, della letteratura) e storiche (sia quelle antiche che quelle più recenti o contemporanee). Il giardino all’inglese per questo diviene espressione pittoresca, propria del Romanticismo.
I grandi parchi pubblici delle metropoli, trasformate dalla I Rivoluzione industriale, sono organizzati utilizzando indistintamente le esperienze del passato: vi possono concorrere gli elementi geometrici del giardino all’italiana (o alla francese) o quelli naturali del giardino all’inglese come nel Bois de Vincennes, pur nella ricerca di una espressione di modernità, legata soprattutto alle tecniche innovative per la loro realizzazione.
Nell’ultimo argomento trattato, Il Parco di Teodorico a Ravenna (che si è scelto per mostrare come i risultati del passato arrivino ad esprimere anche i valori della provincia), si è messo in luce il suo rapporto con il Piano Urbanistico e come si sia risolto la problematica di assemblare, in modo armonico, significati e valori assai diversi già presenti nell’area da organizzare, le risoluzioni agli storici problemi di subsidenza . La ‘romagnolità’ (inteso come riferimento alle forme e agli usi del territorio ravennate) è stata individuata come il legante del progetto. La funzione attuale e moderna del piccolo parco viene realizzata in uno spazio denso di storia, non solo locale, che spazia in tempi secolari e che richiama il carattere e l’operosità della popolazione romagnola adattatasi, fusa, all’ambiente difficile, ma unico nella sua bellezza.
NILLA ONOFRI
Vaux Le Vicomte
Versailles - Fontana di Latona
Versailles bacino
Versailles Il Trianon
Parco Stowe
Tempio gotico - Parco Stowe
Ponte Palladiano Parco Stowe
Bois de Boulogne
Bois de Boulogne
Bois de Vincennes
Bois de Vincennes
Filari di pini che conducono la visuale alla Tomba di Teodorico
Il viale dei cipressi
Mausoleo di Teodorico