RACCONTO per un MENÙ di Laura Montanari
Come le streghe della tradizione medievale, in cerca di erbe per pozioni magiche, noi soci del Garden Club Ravenna
sugli argini di un fiume?!...
Il paragone che mi viene in mente non vuol certo essere offensivo,ma semplicemente ricordare che le erbe selvatiche, umili, alla portata di tutti, ma sconosciute ai più, crescono ancora nei boschi, nelle pinete, nei prati, sui rivali dei fiumi e valli, e che, oggi come ieri, ci offrono ancora le loro risorse naturali per vari usi quotidiani o straordinari.
In età medievale e moderna, le donne in odore di stregoneria (oggi le chiameremmo dottoresse in medicina naturale o specialiste in fitoterapia!) cercavano erbe durante uscite notturne o antelucane,per preparare poi segrete ricette per tutti i mali, in particolare il mal d’amore. Ma le erbe, patrimonio della natura a beneficio dell’uomo fin dai tempi primitivi, nel corso dei secoli sono state utilizzate largamente nella farmacopea ufficiale, nella cosmesi, nella gastronomia, fino ad oggi. Di qui il nome di “piante officinali”, soggette a lavorazione in ”officina”, in laboratorio.
Le donne ( e qualche uomo ! ) del GARDEN CLUB DI RAVENNA, per iniziativa da programma, appena la primavera si è degnata di “apparire” visibilmente anche nel verde urbano e alle soglie della città, si sono mosse alla ricerca, una ricerca mirata e...interessata, perché il programma prevedeva raccolta, cottura e abbuffata!
Sì, un fine prettamente gastronomico, evidentemente condiviso e appetibile, perché molte sono state le adesioni. Ma anche, non in secondo piano, un fine didattico, perché, come previsto, si è anche svolta una lezione sul campo, per merito dei nostri soci esperti, Jole Zannoni e Marcello Marescalchi.
Giovedì 20 aprile 2006 - ore 14,30:
Sole splendente, azzurro cobalto e brezzolina. Raduno e inizio spedizione. Abbigliamento da campagna ( mirabile un cappellino di paglia fiorentina !) e attrezzatura del caso ( cesti, sacchetti di carta, forbici, coltellini). Ci accolgono, ciarliere ed entusiaste come scolarette, gli argini dei Fiumi Uniti a Sud della città: sullo sfondo, il piano di campagna che svela i segreti dell’antica Classe e l’essenziale e insieme imponente, sagoma della “Basilica per eccellenza”, la nostra famosa basilica di S. Apollinare. Primi avvertimenti delle nostre guide (cosa fare e cosa non fare per non fare danni e non riceverne) e prime dimostrazioni: campioncini di erbe e fiorellini, nelle mani di Jole di Marcello, escono dall’anonimato e, passando dal nome latino, arrivano a quello comune.
Sinapis alba (senape bianca), Borago officinalis (borragine),
Taraxacum officinale (dente di leone), Trifolium pratense (trifoglio rosso),
Achillea millefolium (millefoglio), Malva silvestris (malva),
Papaver rhoeas (rosolaccio, papavero), Vicia sepium (veccia),
Urtica urens (ortica), Eruca sativa (rucola, ruchetta),
Silene inflata (strigoli, stridoli), Equisetum arvense ( coda cavallina) ecc.ecc.
Alla fine conteremo ben 25 specie di erbe.
Risate di sorpresa, memorie d’infanzia, domande di approfondimento si intrecciano in un clima di vivo interesse, e soprattutto richiami trionfanti alla scoperta delle pianticelle riconosciute:” Chi ha i rosolacci?
Quanta mentuccia! Dove la metto?.. Uh! le orecchie di lepre !
Qual è già il nome scientifico?
Dov’è il cesto degli stridoli ?”
Un fervore crescente nel gruppo. I cesti e i sacchetti si riempiono.
La suddivisione è diligente, sotto gli occhi vigilanti di Jole e Marcello.
Accuratamente evitata la cicuta !
Dopo due ore di raccolta fruttuosa, il gruppo si scioglie. appuntamento a domani!
Venerdì 21 aprile 2006- ore 15.
Ritrovo nella grande e attrezzata cucina di un circolo ricreativo locale.
Quattro ore e più di lavoro intenso, organizzato da Jole, la nostra “regina delle erbe in tavola”!
L’antico, paziente e sapiente lavoro delle mani delle donne ( un paio di uomini fanno eccezione !) dà ancora una volta garanzia di un ottimo risultato.
Si ripuliscono, si lavano chilate di erbe- prima queste poi quelle, agli ordini di Jole! - si cuoce nei fumanti pentoloni, si pesta, si frulla, si impasta, si amalgama...
Certo, c’è caldo, c’è fumo, ci si arrossa nelle mani e nei volti, ma c’è anche il piacere di lavorare insieme, di scambiarsi astuzie di cucina, soprattutto l’attesa sicura di una cena fuori dall’usuale, gustosa!
Imbandita la tavola. Una tavola apparecchiata , come sempre nei banchetti
del Garden, con tocchi di natura e di colore!
Dire deliziosa la cena è dire poco !!
Varia, generosa di sapori, profumi, colori:
ha stuzzicato anche i gusti esigenti e raffinati dei mariti aggiuntisi all’ultima ora! Ancora una volta un’iniziativa del Garden ha avuto buon successo.
Abbiamo imparato, ci siamo abbuffate. Abbiamo anche lavorato sodo, ma collaborando.
Tante mani insieme portano sempre a concreti risultati e rinsaldano i rapporti umani.