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Agosto 2017-Abbazia di Kremsmünster indietro

Agosto 2017                                                                                           Abbazia di Kremsmünster

 

L'insegnamento che ottieni tramite la tua stessa osservazione ed esperienza è di gran lunga superiore a quella ottenuta cogli esempi, dato che la conoscenza di un viaggiatore supera quella che si ottiene leggendo.

                                                                   (Tommaso da Kempis)

 

Poche e succinte note di storia, l’abbazia lo merita.
Abbazia benedettina dell'Austria superiore, popolata da una comunità di monaci e consacrata nel 777, diventa abbazia reale adottando nel IX ^ secolo la Regola di S.Benedetto. L’incursione degli Ungari agli inizi del X^ secolo ne segna decadenza e perdita di territori. Accoglie nel XII ^ secolo la riforma cluniacense. Grazie alla sensibilità dell’abate Heinrich von Plaien nel XIII ^secolo ha inizio una nuova costruzione della chiesa abbaziale: una basilica a tre navate, di cinque campate con copertura a volta, transetto non sporgente, absidi scalari e un sistema a doppia torre con atrio e tribune. Nello stesso periodo, anche in virtù dell’influenza cirstencense, l’abbazia incontra un’ulteriore fase di sviluppo architettonico: viene completato il corpo longitudinale della chiesa con la costruzione dell'ultima campata a O. Già nel XV^ secolo l’abbazia può vantare un tesoro davvero notevole, custodito in ambiente ricordato come sacristia o sacrarium, probabilmente ascrivibile alla cosiddetta sagrestia superiore.
Il pericolo dell’invasione turca costringe i monaci nel XVI^ secolo a trasferire le suppellettili ecclesiastiche di valore, soprattutto i codici. Agli inizi del secolo XVII ^ i paramenti medievali sono ceduti ma gli oggetti che sono ancora conservati, ovvero la cosiddetta croce a disco di Kremsmünster, il calice ed i candelabri di Tassilone, il primo fondatore dell’abbazia, e lo stesso Codex Millenarius Maior, sono tutt’oggi impiegati nella liturgia di speciali ricorrenze.
L’abbazia troneggia davvero di cotanto passato ed è considerata una delle più antiche in Europa. E’ agevole poterla visitare: davanti a tanta magnificenza, foto ovviamente non permesse, rimane il ricordo del cuore. Ci consola la benevola maestosità di un ginkobiloba nel giardino prospiciente. Incuriosisce, forse intenerisce, anche l’amore per le piante, e tanta bizzarra loro collocazione. Il ripartire è allietato dal giallo dei tulipani che occhieggiano nel piazzale antistante l’abbazia.

Rita Farneti

 

 

 

 

 

 

 

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