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Aprile 2017-Giardino Bardini a Firenze indietro

Aprile 2017                                                                                          Giardino Bardini - Firenze

 

Alcuni luoghi sono un enigma. Altri una spiegazione.

                                                 (F.Caramagna)

 

Nel 2013 il circuito museale del Giardino di Boboli, che include Museo degli Argenti, Galleria del Costume,
Museo delle Porcellane e
Giardino Bardini, è stato valutato sesto sito italiano statale per affluenza (sono
stati stimati circa 710.000 visitatori). Ma già per la sua parte, verrebbe da sottolineare, il giardino Bardini spicca
alla grande offrendo un panorama incredibile su Firenze.
Citato per la prima volta nel 1259, i 4 ettari di parco scandivano in origine un sistema di orti murati. A lungo proprietà
della famiglia Mozzi (1591-1880), attualmente risulta composto da tre giardini, differenti per epoca e stile.
La grande scalinata centrale appartiene al Seicento ed è stata arricchita nel secolo successivo con statue e fontane.
Il giardino anglo cinese, nel lato occidentale, è stato costruito all’inizio dell’Ottocento da Louis Le Blanc con lo scopo
di circondare la limitrofa seicentesca Villa Manadora. Nel lato orientale si espande invece un parco agricolo, in linea
con la più pura tradizione toscana per il diverso modo di allevare piante a spalliera, a cordone ed a frutteto nano.
In un giorno feriale la primavera incalzante permette di visitare il Giardino Bardini apprezzando la fioritura delle
camelie impeccabilmente presente a marzo. Ma nei mesi a venire non saranno delusi gli amanti dei giardini: nel
depliant consegnato all’ingresso, che succintamente permette un buon orientamento, sono annunciate
altrettanto magnifiche fioriture di glicini, azalee e rododendri ad aprile, rose a maggio ed ortensie a giugno.
Se agli inizi del Novecento Stefano Bardini aveva operato sul complesso con una originalità reputata a dir
poco stravagante, il restauro dell’intero complesso, avvenuto agli inizi del XXI secolo, ha saputo egregiamente restituire
a questo giardino la sua anima, amalgamando in un sapiente intreccio ricchezza compositiva, bellezza e varietà
del mondo vegetale.
E’ una sottile fascinazione che si percepisce, un semplice ma elegante connubio di compostezza ed armonia .
Sedersi nella loggia della caffetteria, ammirando una leggiadra fuga di colonnine, permette di godere anche la compagnia di un pettirosso, amabilmente disposto a qualche minuto da guest star.
Poche decine di metri all’esterno del complesso di Giardino e Villa Bardini: si percorre Costa S.Giorgio costeggiando Forte Belvedere. Ed è già possibile entrare, con lo stesso biglietto, nel Giardino di Boboli percorrendo la greenway che attraversa la città fiorentina.
Una sosta alla limonaia è d’obbligo. E’ davvero particolare in quel trionfo di cedri ed orchidee, quasi coinvolge in una sorta di mosca cieca per il nostro olfatto.
Basta chiudere gli occhi: i profumi riescono ancora a guidarci attraverso la fragranza di un mistero quotidiano ed insolito.
A pochi metri dall’uscita l’abbraccio di Adamo ed Eva nella grotta omonima, prossima a Via Romana, sembra ancora(!?)alludere a quello che sarà, sollevandoci dal ricordo di quello che sappiamo (invece)essere già avvenuto.

Rita Farneti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL PETTIROSSO

 

LA CAFFETTERIA

 

GIARDINO DI BOBOLI - PARTICOLARE DELLA FONTANA DEL NETTUNO

 

GIARDINO DI BOBOLI  - LA LIMONAIA

 

 

 

GIARDINO DI BOBOLI - LA GROTTA DI ADAMO ED EVA


 

 

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