Gennaio 2017 - Orto Botanico di Brera (MI) indietro
Gennaio 2017 Orto Botanico di Brera
Le città sono sempre state come le persone, esse mostrano le loro diverse personalità al viaggiatore.
A seconda della città e del viaggiatore, può scoccare un amore reciproco, o un’antipatia, un’amicizia o inimicizia. Solo attraverso i viaggi possiamo sapere dove c’è qualcosa che ci appartiene oppure no, dove siamo amati e dove siamo rifiutati.
(Roman Payne)
Uggiosa la giornata, non mi cattura neanche il barbaglio di un modesto raggio di sole. Milano frenetica. Sempre meno amichevole nel traffico.
Come una sorta di controcanto, che si rivela serendipity, l’Orto Botanico è pressochè deserto. Una coppia di molto probabili studenti è alle prese con uno slang su morose e varie. Latitano al momento le eventuali. Per un’ora sono da sola, direi piacevolmente sola. Ed anche il tempo meno mi tedia. Anche l’umido, che pur si percepisce, non mi procura più tanto fastidio.
Vagolo mossa da una curiosità sempre più saporita, un dispormi ad apprezzare che mi cuce addosso un valore aggiunto: ciò che vedo, annuso, sento…. lo guardo davvero.
Calendule a dicembre. Un lusso. Un nocciolo imponente ammicca ad una magnolia che si mantiene, nel riserbo, custode discreta di questo pomeriggio che si sta abbozzando. Nella piccola auletta didattica anche una frase di A.de S.Exupery recita la sua parte, quella di ricordare che l’essenziale è invisibile agli occhi. Ma non al cuore.
Due passi a ritroso. Creato nel 1774 l’Orto Botanico alloggia fin da subito specie rare. Ben radicate piante di alto fusto ombreggiano un terreno ostico per la coltivazione di altre specie. Creato lo spazio per una serra ed affidato a Padre Fulgenzio Vitman il progetto che prevedeva la divisione del giardino in tre grandi aree, ha subito ulteriore stravolgimento per mano francese, già agli inizi dell’Ottocento, diventando così luogo di ritrovo per la cittadinanza. Dovranno passare due secoli (ed alterne vicende )perché l’Orto Botanico possa essere restaurato, riaperto al pubblico e conquistarsi così quell’aura didattica (di discrezione) che nulla toglie alla sua mite, silente, quasi saggia bellezza.
Una chiosa …di puntiglioso interesse: numerosi gli esemplari appartenenti al genere Salvia (Salvia fulgens, Salvia sclarea, Salvia pratensis, Salvia dominica, Salvia transsilvanica, Salvia glutinosa, Salvia virgata, Salvia verticillata, Salvia elegans, Salvia nemorosa, Salvia verbenaca, Salvia guaranitica) e due ben solidi Ginkgo biloba (maschio e femmina).
Rita Farneti