Marzo 2018 Cap Ferrat indietro
Marzo 2018 La luce di Cap Ferrat e la magnificenza di Villa Ephrussi de Rothschild.
È ben difficile, in geografia come in morale, capire il mondo senza uscire di casa propria.
(Voltaire)
Lungo la riviera di Ponente digradare di terrazzamenti e muretti a secco, incastrati nel verde del paesaggio. Numerose le palme, paiono quasi un esercito a chi è avvezzo vederle punteggiare di solitaria presenza il giardino di casa.
Cap Ferrat ci accoglie in un caldo abbraccio di fine marzo. I bimbi in costume e gli abiti , leggeri, degli adulti, suggellano un primo patto di piacevole convivenza con una primavera più che matura, almeno più di quanto risulti dal calendario se diligentemente osservato.
Posati i bagagli, si passa ad un vagare senza meta, ad annusare il luogo, a prenderne confidenza, assecondando la curiosità del momento, incantati da luce e calma.
Piacevolissima la camminata sul molo, dopo aver consumato una cena meticcia.
Cucina araba e cucina francese si sono benevolmente intrecciate, complice anche qualche bicchiere di buon rosso, garantitoci come rigorosamente francese.
Il mattino seguente è dedicato alla visita dei giardini Ephrussi de Rothschild, facilmente accessibili. Una navetta, con cortesissima guida al volante, è pronta a risparmiarci l’erta salita.
L’impatto è con la sontuosità della natura, addomesticata, elegante.
Disegnata dall’architetto Messiah, la villa fu costruita fra il 1905 ed il 1912, su un promontorio nell’istmo di Cap Ferrat, con splendida vista sul mar Mediterraneo, per volontà della Baronessa Beatrice de Rothschild, moglie del banchiere de Ephrussi .
Nel 1934, alla morte della baronessa, l’intera proprietà e la collezione in essa contenuta furono donate all’ Academie des beaux-Arts dell’Institute de France.
Villa e giardino rivaleggiano in raffinatezza alla luce limpida e penetrante del mattino.
Quasi un libro, da sfogliare con elegante cura, addirittura un mosaico da sfiorare.
Nove aree di verde, ognuna con tematica diversa.
Dal giardino spagnolo al giardino esotico, dal giardino di Sèvres al roseto, in sequenza armoniosa .
A dirci quanta cura si sia profusa per garantire quella puntigliosa compresenza di stili ed alberi diversi.
Il mistero di Villa Ephrussi, intinto nel sapore degli anni, è bisbigliato,ora, dal lusso, nelle stanze, e dagli arredi, l’un l’altro sapientemente accostati.
E’ grazia che ancora nutre amabilmente prima di riprendere il cammino per il più prosaico centro in Cap Ferrat.
Ripida la discesa, e forte la tentazione di voltarsi ancora.
Per annusare un profumo, accarezzare uno spicchio di verde, stamparsi nella mente un frammento di eleganza, trattenendo fra le dita qualche briciola di una nostalgia vaga ed intermittente.
Rita Farneti