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AUTUNNO 2019 - Dai Pirenei al giardino di Beauchamp indietro

 

DAI PIRENEI AL GIARDINO DI BEAUCHAMP                                                                 AUTUNNO 2019


Famosa la frase di Alphonse de Lamartine che titola Pau come la più bella veduta di terra e considera Napoli come la più bella veduta di mare.

Impatto suggestivo quello con Pau e con il suo castello, invoglia al secondo sguardo che s’apparenta alla minuzia dell’approfondimento.

Colline verdi ai piedi dei Pirenei, un cielo che non trascolora in azzurro deciso, piuttosto imbroncia sul grigio.

Poi le mura, forti, del castello, accessibile dentro un’atmosfera che appare pacata in questo epilogo di settembre.

Il castello di Pau, proprietà in passato di Enrico IV il grande, re di Francia e di Navarra, ancora si veste dei segni della presenza regale nella parte vecchia della cittadina, vantando anche un notevole parco paesaggistico e bei giardini.

Non mite la temperatura: pur nella coda settembrina pizzica già di un rigore comprensibile, stante la vicinanza ai Pirenei.

Ed il cielo non dismette un broncio grigio.

Autunno. Già lo sentimmo venire/nel vento d’agosto/nelle piogge di settembre/torrenziali e piangenti/e un brivido percosse.

Se a queste latitudini, come recita Cardarelli, s’incontra una terra/che ora nuda e triste accoglie un sole smarrito, con Marmande e la suggestione dei Giardini di Beauchamp prenderà vita, ancora per un attimo, il barbaglio dell’estate nel dono di un gioco ravvivato dalla fantasia.

Non è facile a trovarsi il giardino di Marmande, ma veniamo comunque ripagati dalla fatica per la densità e la varietà, incredibile, delle piante.

Sorprende piacevolmente una scacchiera, originale nel verde, dodici piccoli giardini che vivono come tracce rigorosamente scandite, espressioni di abbinamenti raffinati in grado di creare suggestioni.

Una narrazione tanto più elegante quanto più ogni tema fluido pare confluire nel successivo.

L’acqua è di casa, nella limpidezza pacata, almeno quanto nello sfrecciare degli zampilli, sono schegge di luce in piccoli lampi.

Fioriere di ninfee sonnecchiano regali negli stagni.

Fanno eco i versi di Garcia Lorca che nel mattino d’autunno ha visto il sole tra le foglie gialle ed i ragni che tendono fra i rami le loro strade di seta. E’ qui, parafrasando Tagore, che la musica dell’estate lontana vola intorno all’autunno cercando il suo nido perduto.

RITA FARNETI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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