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Garden Club

Le rose della pineta indietro

LE ROSE DELLA PINETA

L’evento “Leggere il paesaggio” organizzato dal Comitato Acque Terre e Garden Club, passeggiata nella memoria fra fiume, valle e pineta, ci ha riportato alle tradizioni di un recente passato attraverso passi descrittivi di autori romagnoli.
I ravennati hanno sempre avuto uno stretto rapporto con le zone pinetali; le pinete hanno accompagnato l’evoluzione di un territorio ancora oggi in via di trasformazione.
Le testimonianze di scrittori come Francesco Serantini, Francesco Fuschini, Dante Arfelli, Massimo Stanghellini, Tino Dalla Valle, piene di nostalgia per luoghi parzialmente scomparsi, denotano un forte legame identitario, che ritroviamo anche in vari scrittori contemporanei.
Studiosi locali frequentando e analizzando ambienti di pregio naturalistico, valli, pinete, ecc. li hanno storicizzati.
Osiride Guerrini in “Acqua e tera, tera e acqua” ha ricostruito la vita e il lavoro nelle zone vallive degli abitanti di Sant’Alberto, un paese adagiato sul fianco dell’antico corso del Po di Primaro.
Carla Castellani ha descritto il territorio attraverso numerose composizioni poetiche in dialetto romagnolo e vari romanzi gialli contengono riferimenti ad ambienti locali del presente e del passato.
“Nevicava sangue” di Eraldo Baldini è ambientato nella campagna napoleonica di Russia ma il personaggio principale è un boaro ravennate esperto di cavalli.

 

 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il richiamo di questi luoghi ancora oggi pieni di suggestione per la flora e la fauna che lì stanzia, ci ha portato nella pineta di San Vitale di fronte a Punte Alberete, accompagnati come guida da Giacinto De Renzi, guardia ecologica e nostro collaboratore.
E’ una zona protetta, un territorio di pregio naturalistico rimasto indenne dalle bonifiche, che tra ottocento e novecento hanno reso possibile una moderna agricoltura nelle zone a nord di Ravenna.

 

 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ci aveva incuriosito una storia (come si dice in dialetto, un fatt ) su un personaggio locale.
Le storie amplificandosi, a volte caratterizzano una zona (esempio il Casetto Quattrocchi).
Il nostro personaggio era un cacciatore fortemente legato alla pineta, frequentava spesso un capanno a Punte Alberete non lontano dal Canale Fossatone.
Sappiamo molto di lui : si chiamava Mario Lazzarini, lavorava come meccanico nell’officina autorizzata Renault di via San Mama (borgo S.Rocco) e andava a caccia con un cane setter di dodici anni di nome Nemo. Possiamo fare un parallelo con gli scrittori già citati in “Leggere il paesaggio”. Anche questi autori amavano e rispettavano le zone pinetali, seppure in modo diverso praticavano la caccia ma persisteva in loro quel sentimento atavico che li portava a considerare le risorse della pineta fonte di vita per la popolazione.

 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Il Conte Pier Desiderio Pasolini Dall’Onda storico di Ravenna, in “Ravenna e le sue grandi memorie” 1912, scrive : “Nella pineta (allora tanto più estesa e più folta e ben più somigliante a quella veduta da Dante e da Byron) io incontravo lunghe file di popolane che andavano a far legna, usando e abusando anche di un antichissimo diritto di legnatico. Ma questo secondo loro, era non solo indiscutibile ma illimitato (la pineta è la nostra perché ai suoi poveri di Ravenna, a noi, proprio a noi l’ha lasciata Galla Placidia e l’istrumento ce l’ha il Notaio Poletti).
Povere, analfabete, quelle donne inconsciamente invocavano il principio antico anteriore alla nostra scienza giuridica, che l’Impero Romano è la fonte del potere e del diritto e a Ravenna l’Impero Romano è personificato in Galla Placidia”.

Stampe di Vittorio Guaccimanni:

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mario Lazzarini aveva piantato vicino al capanno dei cespugli di rose antiche, che curava con attenzione. E’ ricordato come un contemplativo, passava pomeriggi seduto vicino al capanno e si perdeva con lo sguardo fra la foresta allagata ed il Canale Fossatone, uno scenario d’incomparabile bellezza, che dava un senso di tranquillità e pace.
Abbiamo pensato con tristezza a come oggi le pinete superstiti necessitino di una continua difesa dall’incuria, dal vandalismo e dalla superficialità. Rischiano così di scomparire quegli ambienti naturali che da secoli caratterizzano la nostra città.
Osservando i cespugli di rose antiche di questo ravennate, che l’ambientalista Giorgio Lazzari (Associazione di volontariato L’ARCA) aveva trapiantato alla Ca’ Fossatone quando era stato demolito il capanno, ci è sembrato giusto farli fiorire anche in altri giardini per ricordare il cacciatore ambientalista.
Con la dovuta autorizzazione abbiamo avuto qualche getto di rosa. Due sono stati piantati a Roncalceci nel bel giardino della casa della meridiana, due alla Castellana in un ambiente rurale tipico, bonificato oltre un secolo fa.
Le rose di Mario Lazzarini cresceranno e fioriranno; esse rappresentano quel legame che unisce tanti di noi agli ambienti naturali e alle tradizioni del nostro territorio.

 Roncalceci: la casa con la meridiana.....                                                     Azienda agricola La Castellana......

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 

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