Domande e Risposte indietro
Tutto ciò che si può chiedere all'esperienza degli altri ...
Ecco le domande alle quali cerchiamo di dare una risposta
Domanda:
Ho trovato una siepe con i semi dei quali allego la foto. Nessuno ha saputo dirmi
il nome della pianta, se non che dovrebbe trattarsi di una siepe che ora si trova difficilmente.
Qualcuno ricordava da bambino questa pianta, faceva frutti verdi, in primavera, commestibili.
Sapete dirmi che cos'è?
janine
Risposta:
Si tratta di
MARRUCA (Paliurus spina-christi)
La Marruca (Paliurus spina-christi) è un arbusto alto fino a 4 metri, con spine rigide ed acutissime.
Ha fiori giallo verdastri e frutti a forma di disco, che contengono semi legnosi.
I frutti sono commestibili, di sapore acidulo, che ricorda quello della mela essiccata.
Gli stessi, tostati e macinati, erano utilizzati come succedaneo del caffé.
Di origine euro-asiatica, cresce nei fossati, lungo le strade, nei boschi.
Fa oramai parte della macchia mediterranea.
Secondo la leggenda, i suoi rami furono utilizzati per intrecciare la corona di spine posta sul capo di Cristo,
durante la crocifissione.
La Marruca è una pianta mellifera.
È utilizzata anche per recinzione, per creare barriere impenetrabili a causa delle sue spine.
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Domanda:
Risposta:
E' il fiore della "Carlina" pianta della famiglia delle compositae.
Il genere comprende piante rustiche, perenni, con fiori che ricordano
quelli del Carduus (Cardo selvatico).
Crescono sui prati poveri, nelle lande, nei boschi asciutti e luminosi,
diffondendosi dalla pianura fino alle zone montane alpine.
Preferiscono terreni calcarei.
In passato le radici di alcune specie trovavano impiego nella medicina popolare.
Per la coltivazione: richiede un terreno povero e sassoso che garantisca
un buon drenaggio.
La riproduzione avviene per mezzo dei semi, anche spontaneamente,
qualora i capolini vengano lasciati sul terreno.
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Domanda:
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Domanda:
Mi chiamo Patrizia, abito nel comune di Lugo e vorrei porvi una domanda.
A febbraio 2005 è stato piantato nel mio giardino un acero Crimson King. Ho
notato che le foglie, sia lo scorso che quest'anno, non presentano il
caratteristico rosso che dovrebbero avere: appena spuntano sono
effettivamente rosse, ma gia' ora il colore tende a "sbiadire" e in numerosi
punti le foglie sono più verdi che rosse.Vorrei un vostro gentile parere,
in quanto non capisco se è un problema della pianta,
del terreno, se necessita di qualche concimazione o altro.
il mio Acero "Crismon king"
una foglia
Grazie mille! Saluti.
Patrizia.
Risposta:
Il "Crimson King" della famiglia delle Aceraceae
(che comprende oltre 200 specie spontanee od originarie
della Cina, Giappone e Nord America) è una varietà che appartiene
al genere Acero riccio, simile come aspetto e come vegetazione,
all’Acero platanoide.
L'Acero "Crismon king" vegeta bene in molti tipi di substrati, predilige
però terreni tendenzialmente umidi, argillosi o sciolti, purché profondi
e drenanti (non tollera i ristagni idrici), si adatta ad esposizioni
sia soleggiate che a mezz’ornbra, ma essendo di foglia scura,
modifica la sua colorazione in base all’intensità dei raggi solari
che riceve nella sua posizione. Il picciuolo violaceo della foglia
è una qualità specifica del ’Crismon King’per cui il fatto che
poi le foglie non si colorino fino alla tonalità caratteristica,
è senz’altro determinato dalla sua esposizione con poco sole.
Quando diventerà più adulto, superando chi gli fa ombra
esprimerà la sua caratteristica colorazione.
altre varietà
Acero rossoacero bonsai in autunno
Acero crismon king
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Domanda:
Volevo gentilmente sapere se un anticrittogamico si può utilizzare per i cactus?
Grazie mille (e.mail...)
Risposta:
Le piante grasse, sono soggette a malattie crittogamiche
e ad attacchi d’insetti che spesso fanno da veicolo per queste malattie.
Si sa che la prevenzione è uno strumento molto valido per questo,
se riusciamo a valutare se la pianta che stiamo esaminando ha,
nella sue parti nascoste o in quella sotterranea la presenza di INSETTI,
i quali, nutrendosi della linfa che contiene e della radice stessa,
producono ferite che creano la possibilità di entrata, nei vasi linfatici,
di spore e virus, che produrranno marciumi spesso irrimediabili,
o causeranno malformazioni, macchie o mancata pigmentazione
dell'epidermide, blocco della vegetazione.
Vista la "grande" quantità di problemi, determinati spesso dall’impossibilità
di ottenere una perfetta igiene del terreno, si procede spesso, oltre alla
disinfestazione degli insetti, anche a trattamenti crittogamici preventivi.
Soprattutto all’uscita della stagione invernale, al momento
della prima annaffiatura, si possono utilizzare, con un blando dosaggio,
i prodotti funghicidi che normalmente sono usati in floricultura.
Poi osservando le varie specie, in base alla propria esperienza nel rilevarne l’incidenza,
si può provvedere a trattamenti anche regolari, soprattutto nell’eventualità
di un clima molto caldo-umido ( si consigliano sempre dosaggi un po’ridotti).
È ovvio che su piante con epidermidi suscettibili a macchiarsi è meglio non effettuare
irrorazioni aeree ma provvedere con un trattamento più particolareggiato
(annaffiatura o pennellatura su rami, eliminazione delle parti malate.
Per avere informazioni, senz’altro più articolate e particolareggiate,
si può rivolgere all’AIAS, o partecipare alla prossima mostra di Piante Grasse a Ravenna,
dove troverà anche manuali esplicativi pubblicati dalla stessa Associazione.
Le piante grasse, sono soggette a malattie crittogamiche e ad attacchi d’insetti che spesso fanno da veicolo per queste malattie. Si sa che la prevenzione è uno strumento molto valido per questo, se riusciamo a valutare se la pianta che stiamo esaminando ha, nella sue parti nascoste o in quella sotterranea la presenza di INSETTI, i quali, nutrendosi della linfa che contiene e della radice stessa, producono ferite che creano la possibilità di entrata, nei vasi linfatici, di spore e virus, che produrranno marciumi spesso irrimediabili, o causeranno malformazioni, macchie o mancata pigmentazione dell'epidermide, blocco della vegetazione. Vista la "grande" quantità di problemi, determinati spesso dall’impossibilità di ottenere una perfetta igiene del terreno, si procede spesso, oltre alla disinfestazione degli insetti, anche a trattamenti crittogamici preventivi. Soprattutto all’uscita della stagione invernale, al momento della prima annaffiatura, si possono utilizzare, con un blando dosaggio, i prodotti funghicidi che normalmente sono usati in floricultura. Poi osservando le varie specie, in base alla propria esperienza nel rilevarne l’incidenza, si può provvedere a trattamenti anche regolari, soprattutto nell’eventualità di un clima molto caldo-umido ( si consigliano sempre dosaggi un po’ridotti). È ovvio che su piante con epidermidi suscettibili a macchiarsi è meglio non effettuare irrorazioni aeree ma provvedere con un trattamento più particolareggiato (annaffiatura o pennellatura su rami, eliminazione delle parti malate. Per avere informazioni, senz’altro più articolate e particolareggiate, si può rivolgere , o partecipare alla prossima mostra di , dove troverà anche manuali esplicativi pubblicati dalla stessa Associazione.
Astrophytum myriostigma quadricostato e una Turbinicarpus pseudomacrochele
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Domanda:
Che pianta è?
Ho visto con piacere il sito del Garden Club e m’interessa l’idea di avere un riferimento per parlare di fiori, di verde e di poesia. Comincio con un quesito. La scorsa primavera ad una mostra cittadina, ho ricevuto in regalo alcune piantine nate da seme, di una pianta da fiore. Arrivata a casa le ho subito messe a dimora in una bordura, in pieno sole, come mi consigliarono. Le piante hanno avuto uno sviluppo eccezionale e mi hanno regalato una estate piena di fiori, e non solo l’estate perché hanno fiorito fino ai geli, non reggendo, però ad essi. Hanno prodotto tantissimi semi, e il mio pensiero è questo: come si chiama la pianta? Come va seminata? Si può salvare opportunamente protetta? Grazie per la risposta, tornerò a visitarvi.
Saluti cordiali Maria Zani
Asclepias curassavica (Asclepiadaceae)
Risposta:
Ricordo quelle piantine che furono distribuite in quella mostra, perché le portai io.
Si tratta di Asclepias curassavica, specie erbacea perenne - è senza dubbio una delle migliori
piante della famiglia delle Asclepiadaceae, (grande gruppo comprendente circa 1700 specie);
si può coltivare in piena terra trattandola da annuale, oppure in serra.
Attira le Farfalle. Proviene dall’America tropicale.
L'Asclepias curassavica richiede una buona esposizione assolata, una certa umidità
ma non ristagno d’acqua, un terreno ben drenato e fertile. Non tollera la siccità,
diversamente dalle altre asclepiadiaceae. Tenerla uniformemente umida, ma non inzupparla.
Ogni settimana usare un fertilizzante equilibrato, ( 20-20-20) usando metà del dosaggio
raccomandato dal produttore. Fare una cimatura delle piante per stimolare una crescita
cespugliosa e produrre rami più fioriti.
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Domanda:
Papaya
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Domanda:
Cosa sarà?